La Chiesa di Santa Maria della Catena di Palermo è dedicata alla Madonna della Catena poiché in epoca medioevale nel luogo si trovava una piccola cappella votiva al cui prospetto era legata l’estremità di una lunga catena , che tesa fino al Castello a mare, aveva lo scopo di proteggere l’ingresso del porto commerciale della città. La dedica alla Madonna è legata anche ad un miracolo avvenuto nel 1392, quando alcuni prigionieri condannati ingiustamente, implorarono la loro liberazione rivolgendosi all’affresco della Vergine del porto.
La progettazione e l’inizio dei lavori di costruzione, si fanno risalire al centenario del miracolo (1492 ca. ) ad opera dell’architetto Matteo Carnilivari e il completamento dell’opera avvenne sotto la direzione del fabricator Antonio Belguardo. Le opere di Carnilivari sono testimonianza dell’arte gotico- catalana che consiste in uno stile sobrio, armonico e con senso delle proporzioni.
In questa chiesa, come in tante altre palermitane, si riscontrano inoltre elementi di diversi stili : normanno all’interno, rinascimentale siciliano nelle decorazioni, e il gotico catalano nella struttura architettonica. La configurazione volumetrica esterna è molto semplice e regolare. I capitelli e i portali in marmo sono attribuiti a Vincenzo Gagini noto architetto palermitano ( 1527-1595) . L’architrave centrale presenta la Madonna con Gesù bambino che gioca con una catena.
Il nucleo più antico e importante della chiesa è la seconda cappella a destra dove è raffigurata la Madonna delle Grazie che allatta il bambino e dove sarebbe avvenuto il miracolo del 1392.
Nel 1602 la chiesa viene affidata ai Padri Teatini e concepita come chiesa conventuale . Il convento adiacente la chiesa è l’attuale Archivio di Stato . Tra il 1884 e il 1891 la parte sinistra della chiesa ha subito un ripristino ad opera dell’architetto Giuseppe Patricolo ( Palermo 1834-1905) . Durante i bombardamenti della seconda guerra mondiale sono state distrutte le volte a crociera della navata centrale e il prospetto settentrionale . I danni furono riparati nel secondo dopoguerra.
La chiesa custodisce sul pavimento e addossati alle pareti, numeroso monumenti funebri e lapidi . Vi sono anche un sarcofago romano del primo secolo dopo Cristo, e la tomba di Lucca Palici moglie di Giovanni Chiaramonte , esponenti di famiglie potenti dell’epoca medioevale . La chiesa custodisce anche gli stemmi araldici delle due famiglie.