Tutti i palermitani conoscono Castello Utveggio, curiosa costruzione di colore rosa che svetta su Monte Pellegrino, pochi però ne conoscono la travagliata storia . L’edificio nasce alla fine degli anni venti ( del ventesimo secolo) , da un’idea di Michele Utveggio imprenditore siciliano , il quale coltivava il sogno di poter costruire un albergo di lusso che potesse diventare il fulcro della vita mondana del capoluogo. Purtroppo però il costruttore morì improvvisamente nel 1933 senza poter vedere la conclusione dell’opera e i fasti dell’albergo durarono solo pochi anni .
All’inizio della seconda guerra mondiale l’edificio venne requisito dal Governo Fascista per diventare la sede di postazioni antiaeree.
Il caos generato dallo sbarco degli alleati nel 1943, provocò l’abbandono del presidio militare e il conseguente assalto da parte di frotte di palermitani stremate dalla guerra, che lo razziarono svuotandolo completamente. Nei decenni successivi e precisamente fino al 1988 l’ i tre visitatori trovarono il cancello aperto edificio rimase inutilizzato , e in quell’anno fu restaurato e affidato al CERISDI un centro di ricerca e formazione creato dalla Regione Siciliana.
Nel 2016 fu chiuso definitivamente .
C’è un curioso aneddoto sul Castello Utveggio e Leonardo Sciascia, che lo visitò nei primi anni ottanta con il regista Roberto Andò e lo scrittore Antonio Castelli . Saliti in cima a Monte Pellegrino i tre visitatori trovarono il cancello del castello aperto ed entrarono indisturbati raggiungendo una delle torrette panoramiche senza incontrare anima viva . Sciascia ne rimase colpito sostenendo che non vi è posto migliore di quel castello abbandonato per osservare Palermo . Per lo scrittore di Racalmuto, che riprendeva le riflessioni di Brancati, Castello Utveggio è il simbolo della imprenditoria palermitana vanagloriosa, e a volte manchevole, che ha causato notevoli danni all’economia della città.
E’ recentissima la notizia di una futura riqualifica del castello , aupicandone una definitiva valorizzazione.